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“Una signora proprio per bene”. Pippi Calzelunghe come icona anti-autoritaria e femminista

  • Aurora Di Pofi
  • 28 feb 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Il personaggio di Pippi Calzelunghe venne ideato nel 1945 da Astrid Lindgren, sotto richiesta della figlia Karin che, malata a letto, voleva che la madre le raccontasse una storia. Fu proprio la bambina a scegliere come chiamare il personaggio e l'autrice pensò che un nome tanto singolare potesse appartenere solo ad una bambina altrettanto singolare; così iniziò a creare, dettaglio dopo dettaglio, la ragazzina dai capelli rossi che tutti noi conosciamo.

Nell’epoca in cui il romanzo fece la sua comparsa sugli scaffali delle librerie, la letteratura era intrisa di schemi rigidi e moralistici e per questo il volume rappresentò una vera rivoluzione. Il personaggio risultò fin da subito molto controverso a causa della sua ostilità alle regole, alla scuola e alle buone maniere. Secondo l’opinione di molti, Pippi incarnava un modello negativo per i piccoli lettori: si comportava esattamente come a loro veniva proibito di fare. Per tali ragioni, il romanzo venne censurato da diverse dittature e governi conservatori.

Il vero intento della Lindgren, non era in realtà quello di fornire un esempio da seguire, ma quello di polemizzare contro l’educazione troppo stringente che spesso viene impartita ai bambini. Si cerca di renderli adulti troppo presto, senza realmente fargli guadagnare autonomia. Pippi rappresenta ciò che tutti nell’infanzia sogniamo di essere: vive da sola, senza nessuno a dirle di lavarsi i denti, di correre di meno, di non sporcarsi. E se questo da un lato rappresenta un’enorme libertà, dall’altro: l’assenza dei genitori, l’abbandono e la solitudine sono alcune delle paure più grandi dei piccoli.



“Ma allora chi ti dice quando devi andare a letto, di sera e cose così?- Chiese Annika

- Me lo dico da sola – spiegò Pippi – dapprima con le buone e se non obbedisco, in tono che non ammette repliche, e se continuo a non voler obbedire, allora finisce a sculacciate”


La ragazzina con le trecce è originale e d’ispirazione perché sfugge dalle classiche idee su come una “signora per bene” dovrebbe comportarsi. È coraggiosa, straordinariamente forte, tanto da poter sollevare il suo cavallo e sconfiggere l’uomo più forte del mondo. Si prende beffa degli adulti e dei ruoli convenzionali assegnati alle donne.

Il suo esempio ha ispirato generazioni intere di ragazze ad avere maggiore sicurezza e fiducia in loro stesse, ad andare contro ogni regola stringente ed oppressiva, che rischiava di spegnere ogni barlume di fantasia.


Essendo allergica alle leggi e molto amante delle bevande gassate, Pippi ha fatto breccia nel muro della severità e ha così aperto uno spiraglio di luce nel grigiore della guerra.

La grandezza del personaggio è dovuta infatti anche al periodo storico nel quale nasce: il termine della Seconda Guerra Mondiale. Il sentimento che si respirava era di immensa angoscia e si necessitava, al più presto, di lasciarsi alle spalle gli orrori vissuti e la violenza. A tutto questo Pippi risponde con la sua vivacità, ha un animo profondamente pacifista e generoso, la sua bontà è infinita: regala dolci e giocattoli a tutti i bambini della città, conquistandosi il loro affetto e la loro stima.


Attraverso la figura creata dalla Lindgren, milioni di bambini di tutto il mondo hanno imparato a diventare più coraggiosi, a cercare le avventure in ogni luogo senza temere di incontrare pericoli ovunque, a essere generosi e leali con gli amici. Pippi insomma è la regina dell’infanzia, un universo in cui gli alberi producono gazzose, in cui ogni giorno può essere Natale e in cui si possono mangiare le frittelle anche se cascano sul pavimento e se proprio non si ha voglia di andar via basta prendere le pillole Cunegunde che non ti fanno mai diventar “grunde”.

 

1 Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe edizione integrale, Salani editore 2009



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