Recensione “Tutto quello che so sull’amore” di Dolly Alderton"
- Noemi Delicato
- 28 feb 2023
- Tempo di lettura: 5 min
“Tutto quello che so sull’amore” è un romanzo scritto da Dolly Alberton, autrice e giornalista britannica. Dolly racconta com’è stato per lei diventare adulta in un millennio che dà spazio a cambiamenti continui e travolgenti causati dall’avvento dei social network. Per lei, in particolare, messenger, una chat virtuale sicura e privata nella quale, fino a poco tempo fa, si poteva parlare di qualunque cosa.
È un romanzo che analizza e porta alla luce vari aspetti delle relazioni interpersonali e di sé stessi. Eppure, ciascun tema viene analizzato con dedizione ed al tempo stesso, con quella leggerezza che rende ogni fardello affrontato un po’ meno pesante. Dolly attraverso queste pagine del libro si racconta con uno stile lieve e scherzoso che rende la lettura scorrevole. Non a caso, il romanzo prende la forma di un diario personale in cui sono racchiusi: pensieri, appunti, ricette e le confessioni più profonde dell’autrice che decide di mettersi a nudo.
“Tutto quello che so sull’amore” inizia raccontando le prime esperienze sentimentali di Dolly introducendo Farly, migliore amica definita come l’evento più fortunato della vita dell’autrice, la sua storia d’amore preferita, la quale sarà una costante in tutto il romanzo e non solo. Si parla di un’amicizia che si materializza in una scelta essenziale; un posto in cui sentirsi a casa, completi. Quell’amicizia che pone fine al caos, dandogli una forma a tal punto che nel momento in cui viene a mancare, ognuno di noi sente un ammasso di pensieri, sfilacciati ed incompleti.
Quello tra Dolly e Farly è un rapporto in cui l’una sostiene l’altra. Un rapporto attraverso il quale è garantita la vicinanza nei momenti più difficili della vita, a prescindere dai segreti più intimi o dalle incomprensioni che possono presentarsi.

È attraverso l’amicizia che Dolly esprime una delle prime consapevolezze raggiunte sull’amore; un amore che non dà un bacio sotto la pioggia, ma sta ad ascoltare, dà fiducia, ed ispirazione. Abbraccia quando piangi, festeggia quando sei felice. Il viaggio alla scoperta di nuove consapevolezze continua nel romanzo affrontando il tema del vuoto che l’autrice tenta di colmare, scappando da ciò che non riesce ad affrontare al suo interno e ricercando continuamente la “persona giusta”, colei che fa sentire al sicuro. È una ricerca travagliata che dà spazio a relazioni sbagliate ma definite al tempo stesso come esperienze arricchenti. Non si può fare a meno di provare gratitudine nei confronti di tali persone ed augurare il meglio che la vita possa riservargli.
L’autrice afferma come soltanto crescendo, di conseguenza, cresce anche la consapevolezza. All’improvviso ed inaspettatamente ci si ritrova adulti, forse neanche come lo si era immaginato. Fino a poco prima di quel momento Dolly ricorda come si sia sentita il più delle volte irrisolta, sommersa da ricordi e relazioni pari al riflesso del caos che aveva dentro. È a quel punto che è nata in lei la voglia di risolversi, rimboccarsi le maniche ed affrontare quel vuoto apparentemente incolmabile.
Emerge dal romanzo ciò che è alla base di ogni bisogno umano, l’essere approvati. Quel bisogno che delle volte sembra minare la felicità, correlato alla tendenza che si ha nel nascondere quelle parti di noi eccessive, oscure, eccentriche o ambigue per paura di non essere amati. Eppure, come ritiene Dolly, “sono proprio quelle parti le più belle”. Non a caso arriva il momento in cui cessa il bisogno di essere compiaciuto dall’altro. Si diventa più sinceri, esprimendo anche quelle emozioni negative prima soppresse e si assiste allo sviluppo di un senso profondo di calma dovuto alla schiettezza e talvolta “al prezzo di una conversazione imbarazzante”. Così ci si sente interi e completi, come se non mancasse più nulla poiché non è compito di nessun essere umano diventare l’unico dispensatore di felicità dell’altro. Ebbene, Dolly invita ad essere con coraggio “la persona che vorresti essere, non la persona che pensi di dover essere”. Invita a sentirsi liberi di esprimere i propri sentimenti, ricordando che si è stati creati per essere amati. Dunque, è giusto lasciarsi andare all’idea che gli altri possano amarci per ciò che siamo. Per di più, il vuoto prima citato viene trattato all’interno del romanzo anche attraverso il tema del lutto, la perdita della persona amata; in tal caso, la sorella della migliore amica Farly.
Si assiste ad un cambiamento improvviso ed inaspettato delle vite sia di Farly che di Dolly; un fatto talmente scombussolante per il quale la reazione è il più delle volte ignota poiché “non si sa mai come si reagisce alle cose, fino a quando non ti accadono”. Dinanzi ciò, Farly, accompagnata da Dolly, ha dovuto fare una scelta: andare avanti o precipitare nel vuoto, a prescindere dalla luce che potesse vedere o meno in un momento così buio. È nel bene e nel male che l’autrice porta alla memoria come le cose possano cambiare in maniera molto più rapida di quanto si può immaginare; come tutto cambi e come può accadere da un momento ad un altro. Eppure, è giusto che vi sia tale cambiamento. Dolly stessa attraverso ciò impara a convivere con i problemi, a scendere in profondità attraverso un viaggio piuttosto intimo ed imbarazzante il cui risultato non è ritenuto devastante; consapevole di come soltanto così sia possibile sentirsi più forti, centrati; più vicini a sé stessi di quanto si possa pensare, a casa. È un cambiamento che Dolly ha sentito da fin dentro le ossa e che l’ha portata all’ascolto dei suoi desideri più profondi. Per tale motivo ricorda che non si ha bisogno di qualcuno che dica a noi cosa fare o come dobbiamo essere.
Andiamo bene esattamente così. Ebbene, Dolly si fa portavoce di quei fardelli pesanti che divengono nostri accompagnatori; della libertà di essere sinceri, aperti e vulnerabili. Con coraggio afferma che si può arrivare ad analizzare gli schemi errati nei rapporti, evidenziando come si sono evoluti ed evitando che determinati sbagli si ripetano. Nonostante ciò, precisa che non si può predire un comportamento dell’altro. In una relazione si può valutare il rischio, si può andare piano, si possono prendere delle decisioni sensate rispetto a chi dare fiducia e lasciare entrare nella propria esistenza e nel proprio cuore; eppure, non si possono gestire “le variabili riottose di un altro essere umano senziente”. Per tale motivo, ricorda quanto scegliere di amare equivale a prendersi un rischio che delle volte vale la pena correre.
Il romanzo “Tutto quello che so sull’amore” personalmente mi ha lasciato molto. Lo consiglio in quanto permette di far proprie differenti e nuove consapevolezze, accettando ciò che è stato e ciò che si è poiché siamo la somma di tutto ciò che succede: gli abbracci ricevuti o non, i commenti di persone a noi più o meno vicine. Permette di vedere il tutto come mattoni necessari per edificare la persona che si diventa. Tra i vari pezzi, quelli più affini, sapranno incastrarsi al meglio. Ragion per cui, Dolly stessa afferma: “La gente è afflitta da un dolore di cui non è nemmeno consapevole. C’è un motivo per cui quelli che hanno demoni in comune, o infanzie similari, o sovrapposizioni tra antenati spesso si ritrovano insieme. È come se le proprie impronte digitali più profonde ed emotive si protendessero verso l’altro a un livello
inconscio. Può essere un bene o un male. Può portare alla connessione o alla dipendenza.”
Comentários