Un corpo che parla
- Amy Ferri
- 25 nov 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Anche se non ce ne accorgiamo, ogni giorno il nostro corpo parla con noi e di noi, raccontando aspetti nascosti del nostro essere.

La comunicazione corporea riveste un ruolo fondamentale nelle nostre vite ed è sbagliato pensare che la potenza comunicativa provenga principalmente dagli scambi verbali. Il corpo delle persone parla e ci manda messaggi inequivocabili sui loro stili di vita, oltre a mostrarci aspetti importanti sulle personalità dei nostri interlocutori.
È possibile, dunque, che pensiamo di comunicare con le parole, quando invece sono i nostri corpi a condurre le danze? Lo spiega attentamente la docente di Sociologia della Comunicazione dell’Università di Roma Tre, Annalisa Tota, all’interno del suo libro “Ecologia della parola”, dove enuncia che il migliore esempio di vicinanza al corpo sia quella del ballerino, che deve fare i conti con la propria dimensione corporea ogni giorno, perché la sua professione si basa proprio sulla capacità che ha il corpo di trasmettere messaggi ed emozioni.
Grazie ai memory studies siamo a conoscenza del fatto che il corpo è in grado di ricordare. Mente e corpo sono spesso interconnessi nei processi in cui si dimenticano o si ricordano delle informazioni o sensazioni. Il corpo riesce, infatti, a raccontare con il proprio linguaggio i ricordi all’interno della nostra mente: ciò può avvenire con sensazioni spesso legate ad eventi traumatici, ma solitamente è evidente anche nella vita quotidiana (basti pensare all’abilità corporea di ricordare specifiche sequenze di movimenti). Ad esempio, il ballerino è in grado di ricordare movimenti che si ripetono per un lasso molto lungo di tempo. Non a caso, possiamo affermare che, molto spesso, l’interferenza della mente durante le esibizioni di danza possa portare ad invalidare l’attività di memoria ed a commettere errori.
Questo aspetto è particolarmente evidente nelle danze sacre analizzate da Gurdjieff, dove si possono eseguire le sequenze di movimenti nel gruppo di danzatori soltanto a condizione di cessare di chiedersi quale sia il movimento successivo da compiere. L’unico modo per eseguire le danze sacre è seguire il flusso di comunicazione tra i corpi dei danzatori del gruppo. Fenomeno simile si manifesta durante l’improvvisazione, situazione in cui il ballerino riesce a trasmettere più facilmente le sue emozioni e le sue fragilità; in quanto il flusso dei suoi movimenti – non definito da coreografie o diagonali - si connette al “mood” della musica.
Possiamo dire, quindi, che a volte ciò che è impossibile per la mente è invece possibile per il corpo: la mente è sempre in ritardo e non riesce a stare dietro alla memoria del corpo. Nella vita quotidiana però, tendiamo a considerare la mente come intelligente maestra e il corpo come suo servitore. Tuttavia, nelle esperienze che includono un contatto profondo con il corpo, è la mente che deve arrendersi all’intelligenza del corpo.
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