Musica e adolescenti: compagna, confidente e cura
- Elena Spinelli
- 11 apr 2022
- Tempo di lettura: 2 min
La musica da sempre risulta importante nella vita quotidiana degli adolescenti in quanto è riconosciuta come elemento di resilienza, fonte di ispirazione e motivazione, oltre ad essere, in contemporanea, oggetto di condivisione tra singoli e/o gruppi.
Ascoltare musica è l’attività preferita per passare il tempo libero per molti adolescenti (Fitzgerald, 1995) difatti risulta essere una risorsa base per la costruzione della propria identità, poiché nell’adolescenza, periodo di transizione e maturazione verso l’età adulta, la musica può avere un impatto sullo sviluppo individuale, sociale e culturale.
La musica, tra ascolto e pratica, risulta essere uno degli strumenti più adatti che vanno ad incrementare in positivo il benessere psicofisico dell’individuo.
La pandemia però, con il suo arrivo improvviso, ha in tutti i modi creato disordine nell’equilibrio psicofisico delle persone intralciandole nelle reti relazionali e nell’integrità dell’identità individuale e collettiva.
Il lock-down ha costretto le persone a stare a casa e così a condividere i loro spazi con genitori, fratelli o sorelle. Per i ragazzi quindi, le loro camerette sono diventate unico luogo intimo in cui stare da soli con se stessi, e quale migliore compagnia se non la musica?
A questo punto essa gioca un ruolo fondamentale nella, ormai, quotidianità che si era creata stando reclusi dentro casa, poiché ha permesso grazie ad un’acuta immaginazione di uscire al di fuori dei confini limitati da quelle quattro mura. Questo accade in quanto la mente universale che si trova dentro di noi può, attraverso la percezione musicale, caricarsi di visioni e di simboli interiori e cogliere, a differenza della percezione visiva, la possibilità di un personale punto di equilibrio tra la realtà esterna e l'inconscio.
Da studi scientifici è stato rivelato che nel periodo post lock-down sono aumentanti negli adolescenti malattie e disturbi come attacchi di panico, ansia e depressione.
Quindi la musica, se durante la quarantena è stata una sorta di alienazione dalla realtà circostante, ora diventa una vera e propria “medicina”.
Nell’ambito della cura contro la depressione assume sempre più rilevanza la musicoterapia. Gli studiosi hanno messo in evidenza come questa terapia, associata ad una psicoterapia già in atto, porti ancor di più benefici nel paziente, in quanto è stato verificato come l’ascolto della musica attiva il sistema dopaminergico della gratificazione (sistema responsabile dell’apprendimento associativo e delle emozioni positive, in particolare quelle che coinvolgono il piacere come componente fondamentale) favorendo un migliore approccio relazionale, comunicativo ed espressivo.
Pertanto si può definire la musica come elemento diffuso e connesso virtualmente, per condividere i sentimenti più intimi e profondi di un’esistenza stravolta all’improvviso e mai vissuta prima, volta ad avvicinarsi, consolarsi, ribellarsi, sperare o anche solo per sopravvivere.
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