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Fashion week 2022, esempio di una moda sempre più sostenibile

  • Mariagrazia Romano
  • 23 ott 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Il mese scorso la capitale industriale e finanziaria d’Italia, Milano, ha ospitato i migliori stilisti del mondo in uno degli eventi che porta su di sé i riflettori di intere testate giornalistiche: la settimana della moda.

Quest’ultima negli anni è stata sempre più contestata sul piano ecologico. Motivo di discussione è il fenomeno che prende il nome di fast fashion, il quale produce un numero elevatissimo di abiti di cui lo stesso consumatore arriva a disfarsi persino dopo poche ore dall’acquisto.

Si giunge dunque al punto cardine della riflessione: ad oggi l’industria della moda è la seconda industria più inquinante, superata solamente da quella del petrolio. Sembra quasi impossibile immaginare che un impatto simile sull’ambiente sia generato da quello che agli occhi di tutti rappresenta bellezza ed eleganza.

Eppure, è importante fare chiarezza sul fenomeno, a chiedercelo è il nostro stesso pianeta. Uno dei dati più allarmanti riguarda l’utilizzo di acqua da parte delle aziende di fast fashion: il 4% dell’acqua potabile al mondo è impiegata in questo campo. Alla luce della stagione di siccità passata, appare un dato sconcertante. Le acque sono ancora inoltre inquinate dalle stesse aziende che incidono quindi ancora di più su quella che è la potabilità delle stesse.

La corsa all’incidenza sull’ambiente non si arresta. I capi prodotti necessitano poi di essere trasportati attraverso tutta una serie di mezzi che incidono direttamente sulla qualità dell’aria attraverso l’emissione di CO2, portando inoltre alla produzione del famigerato effetto serra.

E ancora, l’energia elettrica impiegata è di grandissima mole. Appare infatti evidente una brusca frenata in questo periodo di rincari che si sta affrontando.

Il circolo vizioso termina con quella che è una quantità incalcolabile di rifiuti da parte non solo delle aziende ma anche dei consumatori.

Esempi di moda sostenibile si stanno affermando sempre più con l’impiego di app di scambio e vendita di articoli di moda di seconda mano o ancora con l’avvento dell’era vintage.

Un esempio molto importante è stato fornito però proprio dalla sopracitata fashion week, che ha sfruttato al meglio l’occasione di avere gli occhi puntati su di sé per aprire le porte ad una nuova era, quella della moda sostenibile. Proprio per questa ragione ha inoltre previsto la premiazione di una realtà emergente che attraverso il suo marchio promuove capi che rispettano l’ambiente.

Il progetto ha riscosso grande successo.

Si rivoluziona, dunque, la produzione di capi di abbigliamento: tecniche di lavorazione di lana con fibre che un tempo erano considerate scarto dalle aziende ora danno vita a nuovo abbigliamento; si osa tentando di utilizzare fibre naturali con lo scopo di ricreare un materiale sintetico poco sostenibile.

Persino modelli e disegni vengono realizzati utilizzando la tecnica del collage evitando l’impiego di nuova carta.

Viene ospitato inoltre un mercatino vintage con capi donati da aziende che hanno deciso di aderire al progetto “Be Sustainable Wear Preloved”, rendendo chic quello che un tempo sarebbe stata semplice spaz


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