Amianto, diavolo temuto e sconosciuto
- Cristian Bucciarelli
- 11 apr 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Capita spesso di fare una passeggiata, sia in città che in campagna, e di imbattersi in rifiuti di
vario genere sparsi ai margini delle strade. A volte, è inevitabile sorga spontanea la domanda
‘’a cosa sono
servite le lezioni sul rispetto dell’ambiente che fin da piccoli ci propinavano a scuola’’?
Magari abbiamo preso anche un bel voto facendo un lavoro di gruppo insieme ai nostri
compagni, disegnando un bel cartellone con tanto di processi di degradazione dei vari
materiali tra cui plastica, gomma e addirittura amianto.
Amianto… una parola così in voga tra i bambini delle elementari, forse perché sul libro di
scienze c’era scritto essere un materiale pericoloso e difficile da smaltire ...direi un connubio
perfetto tra fantasia e
stupore, chissà cosa sarà mai questo amianto. Da piccolo lo chiesi alla mia maestra e come
risposta ebbi l’ennesimo ‘’è un materiale pericoloso’’. “Va bene maestra “; dissi tra me e
me, anche se non ero soddisfatto della risposta, da bambino curioso volevo scoprire a tutti i
costi il perché. Per avere una risposta concreta ho dovuto aspettare l’università, con il corso
di Scienze Naturali, cosicché l’amianto si è potuto scrollare di dosso questo alone che da
piccolo immaginavo radioattivo per come veniva descritto. A questo punto spero vi siate
chiesti cosa sia davvero a rendere così dannoso questo prodotto. In realtà sotto il nome
amianto vengono classificati più minerali, tutti ricadenti nella classe dei silicati. I silicati sono
tra i minerali (minerale =sostanza naturale di origine geologica generalmente solida,
inorganica* e cristallina**, con una composizione chimica definita ma non fissa) più abbondanti che vanno a costituire la crosta terrestre. Sono composti basilarmente da
cationi (ioni a carica positiva°) di silicio circondati da anioni (ioni a carica negativa°°) di
ossigeno. Non tutti i silicati sono da considerarsi amianti, molti vanno a costituire le rocce
che vediamo ogni giorno, quali granito o le varie argille. Allora vi starete domandando “se
sono simili al granito perché sono cosi temuti?”. Tutto sta nel modo in cui vanno a disporsi
gli atomi di silicio e ossigeno al loro interno, ovviamente oltre alla presenza di altri atomi
quali calcio, ferro e magnesio nei diversi siti. Il fibrocemento a noi noto, poiché associato
all’edilizia con il nome di Eternit, è dannoso in quanto costituito da cemento e da fibre di
amianto, formate da sottilissime lamine di atomi sovrapposte l’una all’altra (dello spessore
di pochi micrometri μm , 1 milionesimo di metro) tali da risultare volatili, quindi facilmente
inalabili una volta maneggiate. Per questo motivo è assolutamente da evitare qualsiasi
contatto in quanto si corre il rischio di incombere in tali particelle che il nostro corpo non
riesce a smaltire, con il pericolo di infiammazioni nel caso migliore e tumore (perlopiù
polmonare) in quello peggiore, poiché possono dare il loro effetto anche a distanza di anni.
Il fibrocemento nasce come materiale edile, altamente utilizzato nella costruzione di
capanni, silos e spesso anche nelle coperture delle abitazioni. A partire dal 1992 è stato
vietato in Italia l’uso dell’amianto e nel fibrocemento sono state impiegate altre fibre. Nel
caso dovessimo riconoscere il materiale, magari tra i rifiuti gettati in natura, è da evitarne
assolutamente il contatto, anche con precauzioni fai da te quali guanti e mascherina. In
questo caso abbiamo il dovere di aiutare l’ambiente chiamando ditte specializzate nello
smaltimento.
L’Iter Normativo sull’Amianto in Italia
● Legge 27/03/1992 n. 257 la prima legge italiana
sull'amianto
● È la prima legge italiana sull'amianto. Recepisce la direttiva CEE 91/382 vietando
l’estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto.
Introduce misure di sostegno per i lavoratori e le imprese.
Regola il trattamento e lo smaltimento nonché l’esportazione dell’amianto e dei prodotti
che lo contengono.
● Decreto Ministeriale 6 settembre 1994: i metodi per
la rimozione dei manufatti contenenti amianto
Il Decreto 6 settembre 1994 stabilisce, in attuazione dell’art. 6 della Legge 257/92, i metodi
per la rimozione dei manufatti contenenti amianto (allestimento dei cantieri,
decompressione, decontaminazione, smaltimento), nonché quelle per il trasporto, il
deposito dei rifiuti di amianto in discarica per rifiuti speciali e pericolosi, il trattamento,
l’imballaggio e la ricopertura dei materiali contenenti amianto.
● Decreto Ministeriale 20 agosto 1999: gli interventi di
bonifica
Nel decreto vengono ampliate le procedure ed i metodi per gli interventi di bonifica previsti
dalla L. 27 marzo 1992, n. 257, recante norme relative alla cessazione dell'impiego
dell'amianto.
● T.U. in tema di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro
D.Lgs. 9 APRILE 2008 n. 81: disciplina
organicamente tutta la normativa sull’Amianto
Il testo disciplina organicamente tutta la normativa sull’Amianto sostituendo a partire dal 30
aprile 2008 il D.Lgs. 257/06.
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